Tommaso Nicoletti – figlio di Gianluca, noto giornalista – festeggia il suo compleanno con un party in un loft romano che sarà l’occasione per richiamare attenzione sui problemi legati al passaggio alla maggiore età dei cittadini italiani che soffre di questa sindrome. Da “autistico infantile” a “paziente psichiatrico”, dunque: quasi guarito? Senza sicurezze nell’età adulta, quando i genitori non ci saranno più
di CINZIA GUBBINI
26 febbraio 2016
Se la festa per un 18enne autistico diventa denuncia contro l’assenza di diritti
Gianluca Nicoletti e suo figlio Tommaso
ROMA – Grande festa domani sera a Roma: Tommaso Nicoletti oggi compie 18 anni e domani si balla con grandi artisti sul palco. D’altronde, non è un compleanno come tutti gli altri, perché Tommy è un ragazzo autistico e come tutte le persone che soffrono di questa sindrome, una volta spente le diciotto candeline esce dall’”autismo infantile” – riconosciuto – per diventare “paziente psichatrico” generico. Per definizione non si è più autistici, ma adulti con un problema psichiatrico. In pratica – si potrebbe dire – un po’ guariti. La principale preoccupazione per le famiglie di ragazzi autistici è che, con la maggiore età, non esiste alcun percorso, luogo, garanzia che assicuri loro un futuro dignitoso: molto spesso si finisce in posti in cui non c’è alcuna preparazione specifica per riuscire a mantenere vive le mille capacità che si nascondono nella mente dei “neuro diversi”.
Una festa che fa da incipit ad un film sull’autismo. La “fatidica” data dei 18 anni di Tommaso si è trasformata in una vera e propria denuncia che ha fatto eco in queste settimane. Il tam tam in rete è partito dal post sul sito Pernoiautistici del papà di Tommaso, il giornalista Gianluca Nicoletti, diventato in questi anni un punto di riferimento nella battaglia per il riconoscimento dei problemi connessi all’autismo, a cui ha dedicato anche due libri: “Una notte ho sognato che parlavi” e “Alla fine qualcosa ci inventeremo”, attraverso i quali racconta l’angoscia dei genitori che vedono crescere questi figli speciali e si chiedono cosa succederà quando loro non ci saranno più. “Voglio organizzare una grande festa per i 18 anni di Tommy”, scriveva qualche tempo fa Nicoletti nel suo blog: “E sarà l’incipit del film sull’autismo che stiamo girando: trovo che la maniera migliore per rappresentare la storia dell’autismo in Italia sia la rappresentazione dell’unica cura veramente efficace per l’autismo che abbiamo al momento a disposizione: diventare maggiorenni”.
Un’occasione per divertirsi e non per parlarsi addosso. L’appello ha subito riscosso un grande interesse, ma organizzare l’evento è stato comunque complicato. Ninete festa pubblica, bensì un party privato in un loft romano messo a disposizione dagli architetti dello studio “Transit”. Al piano superiore ci saranno Tommy e i suoi amici – “normali” e “diversi” – a divertirsi e a ballare come a ogni festa dei 18 anni. Sotto saranno relegati invece gli adulti, che oltre a mangiare e bere, scrive ancora Nicoletti, avranno forse anche la possibilità di “intrecciare amori clandestini”. Perché una cosa è certa: la festa di Tommy non è né una commemorazione, né un appuntamento per parlarsi addosso. E’ un’occasione per divertirsi e ridere alle spalle delle burocrazie che davvero non riescono a essere normali.
Sul palco chiunque voglia esibirsi. Al party si esibiranno vari artisti, tra cui il gruppo romano The Falls che ha appena pubblicato l’album di debutto “Mind the gap”: il primo singolo si chiama “Superman” e sembra fatto apposta per raccontare la condizione di chi deve trasformarsi in un super eroe per affrontare le pastoie della vita quotidiana. Ci sarà però anche Bendetta, una dotatissima ragazza autistica che, grazie al suo talento con le percussioni, ha partecipato all’evento internazionale “Autism’s got Talent” di Londra. E non solo: sul palco, che sarà aperto a tutti quelli che vorranno regalare una performance, anche Mirko Dettori del Micca Club con la sua fisarmonica e le ragazze del Burlesque. “Dovrà non assomigliare per nulla a una finta vera festa per i 18 anni, fatta ad uso di ragazzi disabili, così tanto per fare qualcosa per loro – dice Nicoletti – No, dovrà essere una festa indimenticabile per chiunque ne faccia parte: una vera festa scema. Non una finta festa per scemi, tanto per intenderci”.
Un commento su “Se la festa per un 18enne autistico diventa denuncia contro l’assenza di diritti”
Non ho parole. Belle esperienze.