"Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo" – Albert Einstein.

Giovanni Covato, il dolore che scova l’amore

covato-fotoIl suo sorriso è un inno alla vita di cui, spesso, sfugge il senso e che ci atterra. La sua vivacità comunicativa, patina di un temperamento estroverso, stimola il dialogo e lo attraversa. Giovanni Covato, 26 anni, lascia, però, al suo fiuto la scelta dell’interlocutore a cui volta immediatamente le spalle se costui dovesse indossare la maschera dell’insensibilità e dell’ipocrisia. Giovanni racconta, innanzitutto, della sua vita scandita dalla frequentazione di tre attività motorie: nuoto, canottaggio e corsa nell’ambito del progetto “Filippide”. “In passato – dice – la mia giornata trascorreva scandita dalle frequenti uscite con mia madre, per l’adempimento di alcune commissioni. Da quando, tre anni fa, ho cominciato a fare sport tutti i giorni, mi sento più temprato nel corpo e nello spirito. Tra tutte le discipline sportive preferisco il canottaggio, perché mi piace lo sforzo compiuto a pelo d’acqua e quella specie di dominio che posso esercitare su di essa.” Per quanto riguarda l’alimentazione, Giovanni, non disdegna alcuna pietanza, anche se accorda la sua preferenza alla pizza. “Come molti ragazzi – dice – mi piace la “margherita” con le patatine fritte di sopra, da accompagnare, però, soltanto con l’acqua, meglio se è naturale.” Tra i suoi passatempi preferiti evidenzia il cinema, con cui, però, gradisce andare in compagnia di una sua cara amica. “I film di mafia e di azione, questi ultimi ricchi di effetti speciali, – dice – mi incantano. Non frequento molte persone – specifica – a parte quelle degli ambienti sportivi e della parrocchia, ma in genere preferisco circondarmi di persone allegre, che sprizzano buon umore da tutti i pori.”

                                                    Lucia Corsale

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