Nell’ambito della “Settimana blu per l’autismo”, il gruppo di lavoro Autismo Adulti dello SMA1, oltre a tracciare un profilo della patologia e delle sue implicazioni sociali, ha ipotizzato le prospettive di inclusione per i soggetti che ne sono affetti. Nell’auditorium del secondo istituto comprensivo “Alessandro Volta” di Floridia, ad introdurre i lavori, nelle vesti di padrone di casa, è stato il dirigente scolastico, Renato Santoro, il quale ha sottolineato come il blu, colore del cielo e del mare, sia evocativo della magnanimità di Dio.
Maria Concetta Zisa, assistente sociale dell’unità operativa Educazione alla salute dell’ ASP facente parte dell’équipe Autismo, nonché referente dello sportello info-autismo dell’azienda sanitaria provinciale di Siracusa, ha dichiarato come nel 2014, l’ASP, tramite l’unità operativa di educazione e promozione alla salute, abbia attivato lo sportello in questione che, diretto soprattutto alle famiglie di soggetti disabili, si propone di dare informazioni per favorirne l’ingresso a pieno titolo nella società. Un dettame già previsto nel Decreto dell’1 febbraio 2007 dell’assessore alla Sanità in base a cui le famiglie devono essere istruite: sulle strategie abilitative propedeutiche all’avvio del percorso per la presa in carico del paziente; sul servizio di orientamento; nonché sulla mappatura dei servizi e delle risorse presenti nel territorio. La Dott.ssa Zisa, poi, annunciando la recente pubblicazione dei nuovi livelli di assistenza, i cosiddetti Lea, ha evidenziato come, secondo l’articolo 60, il Servizio sanitario nazionale garantisca alla persona la prestazione della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche. Come primo segnale di emancipazione da parte dei soggetti autistici, la Zisa ha citato l’esempio di Michele Di Mari il quale, molto abile nel disegnare, ha elaborato delle figure che hanno arricchito l’opuscolo per la prevenzione degli incidenti stradali pubblicato dall’ASP.
Ha preso, dunque, la parola la mamma di Michele, Onorina D’Agata, la quale, scusandosi per l’assenza del figlio, ha individuato nell’empatia la parola magica per il riscatto dei soggetti autistici. “Sin da piccolo – ha raccontato – Michele ha mostrato una spiccata propensione per le illustrazioni, tant’è che quando non gli riusciva di pronunciare una parola, perché oltre modo difficoltosa, chiedeva aiuto al disegno.”
È stata la volta, dunque, dello psichiatra Giorgio Chibbaro, che si è soffermato sui disturbi dello spettro autistico. “Innanzitutto – ha detto – mi preme specificare che in tali disturbi il quadro patologico è caratterizzato da un disordine dello sviluppo neurobiologico. Sebbene le cause dell’autismo non siano ancora del tutto chiare, la ricerca si orienta sui fattori genetici. Per quanto concerne la diagnosi non potendoci affidare a dei markers biologici, ossia rilevatori come quelli, ad esempio, per la misurazione della glicemia, eseguiamo una valutazione comportamentale dei soggetti le cui anomalie sensoriali, presenti nel 98 per cento dei casi, hanno ripercussioni sulla comprensione da parte degli stessi nell’interazione con gli altri. Inoltre, nel 70 per cento dei casi, i pazienti presentano dei comportamenti stereotipati, come lo strofinio costante delle mani o il dondolio. In particolare, i soggetti autistici che usualmente si impegnano totalmente nel perseguimento di un interesse, proprio per scaricare la tensione interiore, sono incapaci di: prevedere e comprendere il comportamento altrui; leggere le emozioni; comprendere il doppio senso e l’ironia. Lo scopo dell’intervento non può essere la guarigione, ma il raggiungimento di una certa autonomia.” La somministrazione di neurolettici, antidepressivi, ansiolitici, non é una risposta sufficiente. Fondamentali risultano le azioni finalizzate al miglioramento delle abilità, al rafforzamento dell’autostima, e insegnamento di condotte adeguate, mediante interventi comportamentali.
A testimoniare l’esperienza di madre di un soggetto autistico è stata Lucia Zappulla, la quale ha lamentato l’intempestiva diagnosi nei confronti del figlio effettuata quando lo stesso aveva già compiuto 16 anni. “In occasione del trasloco da Villasmundo a Floridia – ha raccontato – i disturbi di Andrea si acuirono enormemente da destare, finalmente, l’attenzione dei medici. Ebbe inizio, così, un vero e proprio calvario dovuto alla presa di coscienza della serietà della patologia, non certo mitigata dalla società, sempre pronta, purtroppo, a puntare il dito verso mio figlio. Poiché sono fermamente convinta che l’inclusione sociale debba essere negata ad alcuno, mi appello agli insegnanti, affinché possano diffondere la cultura della diversità. ”
A specificare i soprusi subiti, è stato lo stesso Andrea Viani. “In passato, più che mai – ha detto – sono stato deriso e insultato dai miei coetanei che non hanno esitato a sputarmi addosso e ad abbassarmi i pantaloni, ritenendo che fossi omosessuale. Grazie ad alcuni professori e alla mia famiglia, sono riuscito, comunque, a diplomarmi, riscattandomi parzialmente nei confronti della società in cui, purtroppo, si annidano troppe sacche di malignità.”
È, dunque, toccato al tecnico della riabilitazione psichiatrica, Claudia Pirrotta, soffermarsi sul “comportamento problema” la cui valutazione non può prescindere dall’antecedente del comportamento, per capire cosa ha scatenato un determinato atteggiamento. “Per i soggetti che a causa di una qualsiasi fobia si barricano in casa – ha concluso – abbiamo avviato un intervento domiciliare, finalizzato alla rieducazione graduale della persona, tramite l’insegnamento di sequenze comportamentali efficaci.
Sul “Parent Training”, ossia l’avvio di un gruppo formato dai genitori e dagli altri parenti che si prendono cura dei soggetti autistici, quali sorelle e fratelli, si è soffermata la psicologa, Mariella Bianca. “Nell’ambito di tale progetto – ha detto – sono previsti 9 incontri a cadenza quindicinale, della durata di un’ora e mezza ciascuno, durante cui formiamo i partecipanti sulla gestione dei comportamenti – problema, sullo sviluppo psicologico del figlio, sull’apprendimento attraverso esperienze pratiche e il confronto con gli altri genitori, nonché sugli spazi di condivisione e sull’attenzione al benessere dell’intera famiglia. Tra le richieste che, frequentemente, ci vengono formulate, figurano quelle relative: al rischio di isolamento; alla possibile emarginazione sociale, ultimato il percorso scolastico; nonché la creazione di spazi per l’aggregazione dei soggetti autistici. A tal proposito, abbiamo presentato un’istanza all’ ASP, affinché possa costruire una struttura simile alle fattorie sociali, nel cui ambito i soggetti autistici ospitati possano rendersi utili, svolgendo le mansioni necessarie.”
A validare la possibile inclusione sociale dei soggetti autistici, tramite determinate attività lavorative, è stato il pedagogista Umberto Fiondini, del gruppo fotografia per soggetti Autistici Adulti. “Nel 2015, supportato dall’equipe del Centro di Salute Mentale – ha detto – diedi vita al gruppo “Web brothers” che, mediante l’insegnamento dell’arte fotografica, mira, tra l’altro, a rafforzare l’autostima dei soggetti coinvolti. Il primo passo è stata la consegna di macchine fotografiche ai partecipanti, affinché, tramite lo scatto, potessero cogliere le emozioni altrui e valutarle; vi ha fatto seguito l’insegnamento di programmi di grafica on line, grazie a cui sono state realizzate delle magliette con la scritta “Web brothers”. Il gruppo, inoltre, ha realizzato già 4 servizi fotografici.”
Sulla Sindrome di Asperger, ossia la forma di autismo ad alto funzionamento che prende il nome dal medico austriaco Hans Asperger, il primo a identificare, studiare, descrivere un gruppo di bambini con particolari comportamenti nell’interazione sociale, nelle abilità comunicative e negli interessi, si è soffermato lo psichiatra, Lorenzo Filippone. “Poiché soltanto pochi soggetti Asperger possiedono eccezionali abilità, come Temple Grandin, progettista di un terzo delle strutture che negli Usa ospitano animali di vario tipo, nonché Turing, Wittgenstein e lo stesso Einstein, – ha detto – il compito di questa equipe è quello di valorizzare le predisposizioni di ciascuno, adeguandole alle richieste del comparto produttivo. Tra le caratteristiche dei soggetti Asperger mi preme citare le difficoltà nella decifrazione della comunicazione umana, la scarsa o eccessiva fluidità del linguaggio, l’insufficiente prosodia o melodia del linguaggio che può rivelarsi nella mancanza di variabilità del timbro. “
Il Dott. Filippone, dunque, ha ceduto la parola a Terence Nardo che, autore del libro “La voce di Terence”, ha spiegato come inizialmente il volume dovesse essere una raccolta di riflessioni personali, trasformatasi successivamente in autobiografia sull’autismo. Il libro suddiviso in 16 capitoli narra, tra l’altro, delle associazioni razionali ai colori, del rapporto con il prossimo, del regime alimentare salutare adottato da Terence.”
E ancora Teresa Leonardi, psicologa dell’equipe Autismo Adulti del CSM, ha parlato della valutazione diagnostica dei disturbi dello spettro acustico in età adulta, “Nonostante tali disturbi – ha detto – abbiano una permanenza life time nella quasi totalità dei casi, si assiste spesso ad una perdita della specificità diagnostica nel passaggio dall’età evolutiva all’età adulta. In particolare, gli Asperger, che arrivano all’età adulta senza che sia stata fatta loro una diagnosi, si rivolgono al personale dell’ambulatorio per problemi di ansia che, invece, scaturiscono proprio dalla loro pregressa condizione. “
Antonio Esposito presidente provinciale dell’associazione sportiva per disabili “Filippide”, si è soffermato sulla valenza dello sport per migliorare l’autonomia personale dei soggetti autistici, nonché l’inserimento e l’accoglienza da parte della società.”
Infine, Giuseppe Briffa, operatore cinematografico, esperto in storia del cinema, ha spiegato che all’origine del suo coinvolgimento nel gruppo fotografia vi è la stretta correlazione tra fotografia e cinema, quest’ultima consequenziale alla prima. Nel cinema, come in linguistica, – ha concluso – vi è uno stretto connubio fra significato e significante. Nella definizione di “segno” formulata da Saussure, l’immagine acustica o visiva, ossia l’elemento formale, la “faccia esterna” del segno,. “(quella interna è il significato) che consente, sul piano della langue , di identificare la sue diverse realizzazioni foniche concrete che si collocano sul piano della parole. “
Un commento su ““Settimana blu sull’Autismo”: nell’Istituto “ A. Volta” excursus della patologia tra le preclusioni di ieri e gli spiragli dell’oggi e del domani- Floridia 28/3/2017”
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