Il disorientamento iniziale dinanzi all’anomalo atteggiamento del figlio, Massimiliano, è divenuto, nel tempo, supina accettazione della situazione. Un tiro mancino giocatogli dalla sorte che Filippo Messina, 69 anni, pensava di parare tramite sedute psicologiche, inadeguate, invece, per convertire quel deficit. Filippo Messina, però, non demorde e, pur consapevole delle difficoltà, continua a intravedere nel lavoro il simbolo del riscatto per il suo amato figlio.
Filippo Messina, dunque, premettendo che la gravidanza e il parto della moglie, Santina Troia, 61 anni. scorsero senza alcun intoppo, accenna al periodo neonatale e si sofferma, poi, sull’infanzia di Massimiliano. “Visto che da neonato era un bambino sereno, che accettava di buon grado il latte e dormiva tranquillamente – dice – io e mia moglie non avemmo motivi di allarmarci. Non appena Massimiliano frequentò l’asilo comunale, ci accorgemmo, invece, che il bambino schivava la compagnia e attestando la scarsa disponibilità dell’insegnante di prendersene cura, lo iscrivemmo in un asilo privato. I guai più seri cominciarono alla scuola elementare, dove lo scarso profitto di Massimiliano ci indusse a richiedere un insegnante di sostegno, così come avvenne durante la frequentazione delle scuole medie. Consultammo, così, vari specialisti ognuno dei quali ritenne che si trattasse di ritardo mentale. Soltanto, successivamente, fu elaborata la più completa diagnosi di ritardo mentale e autismo. Avevo pensato che portarlo da uno psicologico gli avrebbe potuto giovare, ma mi è stato specificato che non costituisce la giusta terapia. Così mi sono rassegnato all’impossibilità di guarigione per mio figlio in cui tanto speravo. Massimiliano, conseguita la licenza media, ha frequentato l’Ipsia fino al terzo anno. Non ha voluto proseguire, perché, come mi ha spiegato successivamente, si sentiva preso in giro dai compagni. Quando suonava la campanella, spesso, si tratteneva ancora in classe, aspettando che uscissero tutti, per evitare che lo deridessero.”.
Filippo Messina, poi, ci illustra per sommi capi lo stile di vita del figlio. “Complessivamente – dice – è abbastanza tranquillo: esce da solo, sbriga alcune commissioni per conto mio e di mia moglie, va dal medico a ritirare le ricette, fa la spesa, e non teme la confusione. Va a trovare specialmente la domenica il suo amico Fabrizio e frequenta settimanalmente il gruppo fotografia al Dipartimento di igiene salute mentale. Spesso, comunque, esce con me e mia moglie, e tutti e tre nel week-end quando è possibile andiamo a mangiare la pizza. Certamente, si annoia molto e da padre mi piacerebbe che trovasse un impiego per guadagnare un salario anche minimo e tenersi occupato.”
Infine, Filippo Messina, ci rivela qualche tratto caratteriale del figlio. “Nonostante sia solito partecipare alla conversazione incentrata su fatti ordinari, ad un certo punto interrompe il discorso, sviandolo sulle sue questioni private, come ad esempio il gradimento per la cantante italo-americana, Ariana Grande. Non ama, poi, essere contraddetto e di tanto in tanto va su tutte le furie per un nonnulla.”
Lucia Corsale