L’impaccio e il timore iniziali, svelati dalla legnosa posa e dall’indolente scansione di sillabe, si sciolgono gradualmente nella morbidezza di gesti e nel fluire dell’eloquio. Massimiliano Messina, 22 anni, si trova a suo agio, dopo gli incoraggiamenti depurati dalle pressanti sollecitazioni, i suggerimenti offerti come ventaglio di ipotesi, i rinforzi che premiano le risposte attinenti.
- Massimiliano, sei figlio unico? -.
“Sì”-.
- Massimiliano, sai, sono un po’ curiosa: sei contento così o, per caso, ti sarebbe piaciuto avere un cane, oh! scusami, un fratello e, perché no, una sorella?-.
“Una sorella” – risponde senza tentennamenti e accennando un sorriso -.
- Condivido pienamente perché, a mio giudizio, le sorelle, dotate di istinto materno, sono spesso più accoglienti dei fratelli. –
- Eh!-.
Massimiliano, lemme lemme, ci racconta di come gli pesi la solitudine, attenuata, certamente, dalla costante presenza dei genitori. Non si tratta, soltanto, dell’assenza di coetanei consanguinei all’interno del suo nucleo familiare, ma anche della ristretta cerchia di amici la cui frequenza si risolve nella visita settimanale al suo amico Fabrizio e nella partecipazione al corso di fotografia tenuto Dall’esperto, Giuseppe Briffa, presso il Dipartimento salute mentale. Massimiliano vorrebbe di più; la condivisione: di concezioni, intenzioni, che la società, però, bolla come insane opinioni; di ritagli di gioia che, nella stagnazione del dolore, sono la via della salvezza; della gioventù non sempre lieta, ma, comunque, benedetta.
- Massimiliano, cosa ti piace fotografare? -.
“Le persone, i vasi con i fiori e più di tutti i pesci negli acquari.”
Eh, sì, la sua passione per i vertebrati di acqua dolce e salata, valicando l’osservazione diretta, sfocia anche nella visione di relativi documentari. Chissà se l’universo marino e i suoi muti abitanti riportino Massimiliano al primordio della vita, cullato dal liquido amniotico, lontano dal frastuono degli uomini e al riparo dalle malignità. Nostalgia delle origini che Massimiliano appaga con le nuotate a mare, dove le bracciate restituiscono la libertà, illudendoci anche di sferzare la vita.”
- Massimiliano, a noi per le ultime domande: Quale alimento preferisci mangiare? Ascolti la musica?-.
E Massimiliano, che negli anni ha acquisito quella bastevole autonomia per dichiarare la propria presenza nel tumulto del mondo, risponde: “Mi piace tanto la pasta con il pesto e sento tutti i generi musicali.”
E allora? Massimiliano si alza per commiatarsi, come quando saluta i genitori per andare a fare la spesa o dal medico, che deve consegnargli una ricetta.
Una usualità che mina i concetti assoluti, le rigide contrapposizioni fra “bianco” e “nero”, fra “normale” e “patologico” e che teorizzano la nascita dell’”ordine” da un “disordine”.
Lucia Corsale